Si può mentire sull’autocertificazione? Sì, lo dice il giudice

Arriva una notizia che farà molto discutere e che mette in dubbio il periodo che stiamo vivendo. Ma si può mentire sull’autocertificazione? La risposta è da brividi.

Si può mentire sull'autocertificazione?
Si può mentire sull’autocertificazione? (Pixabay)

In un anno di Covid ormai ci siamo abituati ad aver perso la nostra libertà individuale, anche se le polemiche non si arrestano. Quello che appare paradossale è come molti pensino che queste misure stringenti siano fatte per controllare il paese, quando in realtà servono a salvarlo. In un momento storico quanto mai triste è ovvio che alcune riflessioni vadano fatte, ma anche che si debba un attimo accettare le difficoltà proposte dal Governo per evitare di vivere ulteriori momenti di grandissimo dolore. Ma andiamo a vedere come questa fortezza costruita in un anno possa diventare in poco un castello di carte buttato a terra.

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Si può mentire all’autocertificazione? Sì, lo dice il giudice

Si può mentire sull'autocertificazione?
Si può mentire sull’autocertificazione? (Pixabay)

In pieno lockdown un 24enne era stato colto con un’autocertificazione che non rivelava la verità. Sottolineava che stava tornando a casa dal lavoro, a Milano, ma la realtà era un’altra. Nonostante questo è stato assolto. Il Gup con rito abbreviato ha disposto: “Un simile obbligo di riferire la verità non è previsto da alcuna norma di legge. Se ci fosse sarebbe in palese contrasto con il diritto di difesa del singolo, previsto dalla Costituzione. L’ha deciso, accogliendo la richiesta della Procura di Milano di assoluzione visto che il fatto non sussiste”.

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Il Giudice, come si può appurare dalla sentenza, sottolinea come sia evidente che non sussista nessun obbligo giuridico di dire la verità sui fatti oggetto di autodichiarazione. Non è rinvenibile nel sistema della norma giuridica. Il giovane fu fermato alla stazione di Cadorna il 14 marzo 2020 aveva dichiarato di essere di ritorno a casa dopo aver lavorato in un negozio. Dieci giorni dopo l’agente che lo aveva fermato per verificare il tutto aveva scoperto che sì lavorava in quel negozio, ma che non era di turno in quel momento. Si apre dunque un caso filosofico che potrebbe portare ad ulteriori problemi e altre irregolarità.

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