“ADDIO LAVORO: vai in pensione subito e con pochi anni di contributi”: ufficiale da INPS, sì ai VOLONTARI I Versi di tasca tua, e sei libero per sempre

“ADDIO LAVORO: vai in pensione subito e con pochi anni di contributi”: ufficiale da INPS, sì ai VOLONTARI I Versi di tasca tua, e sei libero per sempre

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Posso andare in pensione anche se ho pochi anni di contributi? Una delle più grandi incognite dei lavoratori, in Italia, è a una svolta. Posso pagare di tasca mia? Eccolo il grande interrogativo a cui una marea di cittadini si approccia con interesse.

Sì, è possibile andare in pensione anche con pochi anni di contributi, e dunque liberarsi dal fardello del lavoro, ma con alcune condizioni e limitazioni.

In Italia, la normativa prevede diverse forme di pensione contributiva e alcuni strumenti volontari per colmare i vuoti contributivi, tra cui la possibilità di versare i contributi volontari di tasca propria.

Tuttavia, non tutti possono farlo automaticamente: servono requisiti precisi e autorizzazioni da parte dell’INPS. E, occhio, non sempre conviene.

La prima domanda da porsi è proprio questa: quali sono questi requisiti, e soprattutto, ci sono dei limiti di età, specifici, da rispettare lo stesso?

Andare subito in pensione, il sogno si realizza

Quanti anni servono per andare in pensione nel 2025? Nel 2025, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria, servono 67 anni di età, e almeno 20 anni di contributi versati. Ma chi ha meno di 20 anni di contributi può ancora avere una chance, se rientra in determinati casi particolari.

Uno di questi è la pensione contributiva di vecchiaia, che scatta con 71 anni di età e almeno 5 anni di contributi effettivi, purché tutti versati nel sistema contributivo puro (cioè dopo il 1996, senza contributi nel sistema retributivo). Quindi, se hai almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1996, puoi andare in pensione a 71 anni, anche se non hai raggiunto i 20 anni.

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Posso versare i contributi da solo?

Esiste la possibilità di versare i contributi volontari, ovvero pagare di tasca propria i contributi mancanti per raggiungere il minimo necessario per la pensione. Tuttavia, per farlo servono almeno 5 anni di contributi obbligatori già versati (in passato, anche non continuativi), una richiesta all’INPS, che valuta la tua situazione e l’approvazione formale, con una comunicazione che indica l’importo da versare.

Una volta autorizzati, si possono coprire periodi non lavorati (es. disoccupazione, anni “vuoti”, ecc.), e ogni versamento aumenta il monte contributivo utile per la pensione. Ma i contributi volontari non sono economici. La cifra da versare dipende dalla media delle retribuzioni percepite in passato: più alte erano, più si paga. Conviene pagare di tasca propria? Versare contributi volontari può essere utile se mancano pochi anni al requisito minimo per la pensione, se si ha un’età avanzata e si vuole evitare di attendere i 71 anni e se si ha disponibilità economica per investire nella futura pensione. Tuttavia, se mancano molti anni o se i contributi versati non garantiscono comunque un assegno dignitoso, può essere poco vantaggioso economicamente. Per questo, è bene farsi assistere da un patronato o un consulente previdenziale prima di decidere.