“Sono in malattia, non puoi controllarmi”: MELONI approva il DPCM, ufficiali da Maggio i nuovi limiti per il datore di lavoro

lavoratore in malattia - raffreddore - influenza - pexels - altranotizia.it
Quando un lavoratore si assenta dal lavoro per malattia, esistono limiti ben precisi entro cui il datore di lavoro può agire per controllare la veridicità dell’assenza. Il Governo Meloni ha chiarito, ancora una volta, il concetto.
In Italia, il diritto alla privacy del dipendente e la tutela della salute sono protetti dalla legge, ma anche il datore ha strumenti legittimi per tutelare l’interesse dell’azienda.
Il primo obbligo del lavoratore assente per malattia è quello di farsi visitare dal proprio medico curante, che invierà telematicamente all’INPS il certificato medico con prognosi e durata della malattia.
Il dipendente deve informare tempestivamente il datore di lavoro, anche solo telefonicamente, dell’assenza e del fatto che è stato trasmesso il certificato.
Il datore non ha diritto a conoscere la diagnosi o i dettagli della patologia, ma solo la durata della prognosi. Questo aspetto è fondamentale per la tutela della privacy sanitaria del lavoratore.
I controlli del datore: visita fiscale e limiti
Il principale strumento di controllo del datore è la visita fiscale, ovvero l’invio di un medico dell’INPS presso il domicilio del lavoratore per verificare la reale presenza e l’idoneità all’assenza lavorativa. Le visite possono avvenire su iniziativa dell’INPS oppure su richiesta del datore, anche nei primi giorni dell’assenza.
Le fasce orarie di reperibilità nel 2025, salvo modifiche legislative, restano le stesse, Dipendenti pubblici: 9:00-13:00 e 15:00-18:00
Dipendenti privati: 10:00-12:00 e 17:00-19:00 Fuori da questi orari, il lavoratore ha libertà di movimento, ma è bene che ogni uscita sia compatibile con lo stato di salute dichiarato. Per esempio, non è vietato andare in farmacia o fare una passeggiata se consigliato dal medico.

Cosa non può fare il datore di lavoro
Il datore non può spiarti al di fuori delle modalità legittime, come assoldare investigatori privati per sorvegliare la tua vita personale senza un motivo fondato, contattarti direttamente con insistenza chiedendo spiegazioni sulla malattia o informazioni mediche riservate. E ancora, non può punirti preventivamente (es. con sanzioni disciplinari) solo perché ritiene che la tua assenza non sia giustificata, senza prima aver seguito il corretto iter di verifica tramite INPS.
La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che il rispetto della privacy è fondamentale, e anche quando un lavoratore in malattia viene sorpreso fuori casa o a svolgere attività ludiche o sportive, ciò non costituisce automaticamente una violazione, a meno che tali attività non siano incompatibili con lo stato di salute dichiarato nel certificato. Se il lavoratore risulta assente alla visita fiscale o commette abusi, come presentare un certificato falso o mentire sulla propria condizione, può andare incontro alla perdita dell’indennità di malattia, sanzioni disciplinari fino al licenziamento per giusta causa,
denuncia penale nei casi più gravi.