Covid, l’impatto della pandemia sulla salute mentale: è questa la categoria più colpita

Coronavirus, l’impatto della pandemia sulla salute mentale: è questa la categoria di persone più colpita in Italia e nel mondo.

impatto salute mentale
Qual è l’impatto della pandemia sulla salute mentale

Abbiamo più volte trattato il tema del ‘Trauma da pandemia’ e dello stress conseguente all’attuale situazione di emergenza sanitaria. Ad oggi, però, è importante considerare un nuovo effetto che il diffondersi del Covid ha avuto sulle persone. Vale a dire l’impatto sulla salute mentale. Ad evidenziare questo fenomeno è un nuovo rapporto basato sui dati del 2020 che ha sottolineato un calo del benessere psicologico soprattutto in una particolare categoria di persone. Vediamo quale.

Lo studio relativo all’impatto del Covid sulla salute mentale

Stando a quanto emerso dai dati raccolti nel corso del 2020 in riferimento al livello di salute mentale, si evince che ad influire sul benessere delle persone ci sarebbero soprattutto l’incertezza economica e l’isolamento sociale resi necessari dalla pandemia. Ad indicarlo è il Mental State of the World 2020. Vale a dire il nuovo rapporto annuale prodotto dal comitato consultivo accademico internazionale del Mental Health Million Project. Lo studio ha preso in esame le conseguenze sanitarie, sociali e finanziarie della pandemia sulla salute mentale, rivolgendo la propria attenzione in particolare ad un campione di circa 49 mila persone di età superiore ai 18 anni e appartenenti ad 8 Paesi: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, India e Singapore. Ma chi sarebbero, quindi, secondo i dati le persone maggiormente colpite da questi effetti?

Qual è la categoria più colpita

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Le persone più colpite

L’analisi condotta ha in primo luogo rivelato un calo generale del benessere di circa l’8% rispetto al 2019 con una forte incidenza su donne, omosessuali e soprattutto giovani. Proprio questi ultimi hanno raggiunto il punteggio più basso nella fascia compresa tra i 18 e i 24 anni. In particolare, nel 48% dei casi, fra i giovani è stato rilevato un livello clinico di rischio in termini principalmente di ansia e scarsa autostima. In più, bisogna anche considerare che le situazioni più gravi sono da associarsi al genere femminile. Il rapporto sottolinea, quindi, i cambiamenti che stanno avvenendo in tempo reale sulla salute mentale. Pertanto, come ha evidenziato la dottoressa Tara Thiagarajan, responsabile dello studio, “questi dati aiuteranno a costruire interventi mirati” per cercare di arginare il fenomeno.

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