Max Pezzali, libro “Max90”: l’impensabile lavoro prima del successo?

Scopriamo qualche curiosità in più sul famoso cantante pop Max Pezzali: dagli studi che poi ha lasciato al lavoro che faceva da giovane.

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Max Pezzali: il lavoro prima del successo (getty images)

Sarà ospite questa sera da Fabio Fazio nella parte finale della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”: il celebre cantante presenterà il suo nuovo libro in uscita dal titolo “Max 90”. Sapete che lavoro faceva da giovane, prima del grande successo nel mondo della musica? Scopriamolo!

Max Pezzali nasce a Pavia nel 1967: oggi ha 53 anni. Ha iniziato la sua carriera insieme all’immancabile Mauro Repetto nel 1991: le canzoni degli 883 sono e continuano ad essere dei grandissimi successi amati e conosciuti da tutti. Il brano che ha consacrato il gruppo è stato protagonista del brano “Hanno ucciso l’uomo ragno”, canzone storica che è considerata una vero cult della musica italiana.

All’inizio del nuovo millennio il gruppo si è sciolto e Max Pezzali ha continuato la carriera da solista. Oggi è considerato uno dei più influenti cantanti pop italiani: nella sua carriera ha venduto più di 7 milioni di dischi! Scopriamo qualcosa in più sul suo passato.

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Max Pezzali e il lavoro in famiglia prima del grande successo

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Max Pezzali (getty images)

La grande passione per la musica l’ha scoperta molto presto: il giovane Max Pezzali si era iscritto al liceo scientifico della sua città, ovvero Pavia. Nello studio però, non era proprio “un mito”. Proprio tra i banchi di scuola ha conosciuto Mauro Repetto e con lui ha iniziato in quegli anni a scrivere le prime canzoni.

Bocciato al terzo anno di scuola, Max conseguito il diploma si iscrive anche all’università. Aveva scelto la facoltà di scienze politiche ma nella sua carriera scolastica ha dato solo un esame: quello in sociologia.

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Prima del grande successo nella musica, Max aiutava il padre nell’attività di famiglia: i genitori avevano un negozio di fiori e per un piccolo periodo il giovane Max dava loro una mano. L’artista ne ha parlato durante un’intervista rilasciata per il Corriere: ha spiegato che quel mestiere non faceva proprio per lui. “Non ho mai avuto il pollice verde” ha dichiarato il cantante, “ed era la maledizione di mio padre perché avevamo un’attività di famiglia ben avviata ma io non ero in grado di gestirla“. I genitori volevano che lui puntasse ad un posto fisso, come quello in banca, ma lui ha sempre seguito il sentiero dettatogli dal cuore: quello che lo conduceva verso il mondo della musica.

L.M.

 

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