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Max Pezzali, nessuno lo riconosceva | I fan confusi

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Redazione Altranotizia

Ospite questa sera a Un’ora sola vi vorrei, il cantante Max Pezzali ha raccontato lo strano esordio della sua band 883: ecco come è iniziato il grande successo.

Max Pezzali e gli inizi degli 883 (Getty images)

Il mitico Max Pezzali sarà ospite questa sera di Un’ora sola vi vorrei, il one man show condotto in prima serata su Rai 2 da Enrico Brignano. Durante la serata, tra i monologhi del conduttore e gli sketch divertenti di Marta Zoboli, ci sarà anche un momento dedicato a Max Pezzali, grande artista italiano che proprio ultimamente ha pubblicato il suo libro Max 90, edito da Sperling & Kupfer.

Il libro, che porta come sottotitolo “La mia storia. I miti e le emozioni di un decennio fighissimo” racconta proprio quelli che erano gli anni 90, vissuti da un ragazzo nato e cresciuto in provincia come lui. L’artista ha voluto raccontare in questo modo la sua storia, i suoi inizi nel mondo della musica insieme a Mauro Repetto, e le emozioni legate a quegli anni così particolari che ancora porta nel cuore. Il successo arrivò per la band proprio nei primi anni 90, periodo in cui i ragazzi non avevano smartphone e social, ma solo motorini e la voglia di vivere il sogno americano. Vediamo cosa ha raccontato Max della sua esperienza negli 883: com’è arrivato il grande successo?

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Max Pezzali racconta gli inizi degli 883: pazzesco retroscena

Max Pezzali (Getty images)

Intervistato per Rolling Stone, il mitico Max Pezzali ha voluto raccontare un inedito retroscena che riguarda gli inizi della sua lunga e fortunata carriera. Nel 1990 faceva il servizio civile e nel frattempo ne approfittava per riflettere sul suo futuro, che lui vedeva già ricco di musica. Lui e il suo storico amico Mauro Repetto scrivevano canzoni insieme già da qualche tempo, ed era arrivato il momento per loro di capire cosa farne di quella grande passione. La svolta arrivò quando mandarono qualche loro pezzo a Radio Deejay, più nello specifico al discografico Claudio Cecchetto.

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Da lì tutto è cambiato. “Lui non era un discografico classico” ha specificato Max, “era uno che con la sua radio poteva rischiare su un nuovo progetto, mandandolo in onda“. Fu proprio così che tutti noi iniziammo ad ascoltare le prime famosissime canzoni di questa storica band. Con l’approvazione di Cecchetto iniziarono a lavorare al primo album, Hanno ucciso l’uomo ragno, che nel 1992 diventò un grande successo nazionale. All’inizio però, siccome in copertina c’era un loro ritratto a fumetti, nessuno sapeva chi fossero in realtà gli 883. Quello strano periodo durò però molto poco: l’anno dopo pubblicarono il secondo disco, e la popolarità da allora è stata immensa.

L.M.

 

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