Marco Carta, il dramma del padre: “Un pianto di due giorni”

L’ha raccontato nel programma di Silvia Toffanin, su Canale 5: Marco Carta ha riportato alla luce un episodio del suo passato.

Marco Carta Verissimo
Marco Carta parla del dramma di suo padre a Verissimo

Marco Carta ha parlato di alcuni retroscena del suo passato, di quando era bambino, al programma televisivo condotto da Silvia Toffanin, Verissimo. Le sue parole pesano come un macigno. Sono dure, vere, pregne di sofferenza. Sì, perché ancora oggi il cantante fa fatica a raccontare cosa gli è successo. Soprattutto per quello che riguarda suo padre. Come è risaputo, non ha avuto un papà presente. Sua madre, invece, è morta quando avevo 10 anni. Così è cresciuto con sua zia e sua nonna. Una nonna che, purtroppo, è venuta a mancare proprio qualche mese fa.

Marco Carta, drammatico ricordo del padre: “Non venne. E’ finita con un pianto di due giorni”

Silvia Toffanin gli chiede del ricordo che aveva di suo padre. Marco Carta spiega che i suoi compagni di classe non gli davano pace perché mi vedevano senza un padre: “Lui era un parrucchiere. I parrucchieri, il lunedì non lavorano, così mia mamma mi procurò un appuntamento. L’ho detto a tutti: ‘io lunedì conoscerò mio papà’, così li mettevo a tacere. Mi sono messo sul gradino del portone ad aspettare dalle 14:30. L’appuntamento era alle 16:00. Lui non arriva. E’ finita con un pianto durato due giorni. Ho capito che lui non voleva. Era inutile obbligarlo o forzare la mano nel dire tu devi conoscere tuo figlio. L’odio è un brutto sentimento e un bambino non penso sappia odiare. Ma ho provato una sorta di odio. Continuavo ad amarlo, non so perché, ma gli volevo bene. L’ho perdonato”.

La mamma da sola alle sue recite

Non sarà stata semplice la sua infanzia. Ma, come lui stesso ammette, è ‘stato anche fortunato’. Sì, perché ha avuto una nonna ed una zia fortissime che non gli hanno fatto pesare molto la situazione. Certo, ha ancora tanti ricordi legati al suo passato drammatico. Come questo: “Ricordo, non il bullismo, ma la violenza psicologica che mi facevano i miei compagni di classe per il fatto che non vedevano mio padre. I genitori alle recite erano insieme, mano nella mano, mia mamma invece da sola. Senza capelli, perché era in chemioterapia. Una donna con due attributi così”. 

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