Sanremo 2021, intervista esclusiva a Gaetano Castelli: “Grandissimo colpo d’occhio”

Il festival di Sanremo 2021 è un evento attesissimo dal pubblico: la redazione di Altranotizia ha intervistato, in esclusiva per voi lettori, il talentuoso scenografo Gaetano Castelli.

Sanremo 2021 Gaetano Castelli
La redazione di Altranotizia ha intervista in esclusiva Gaetano Castelli, scenografo di Sanremo 2021 (fonte Rai)

Si è lavorato duramente per poter regalare l’attesissimo festival musicale al pubblico: Sanremo è da sempre un simbolo italiano e i telespettatori sono in trepidante attesa dell’edizione 2021. La redazione di Altranotizia ha avuto la possibilità e il piacere di parlare in esclusiva con il talentuoso Gaetano Castelli, celebre scenografo di programmi iconici della televisione italiana. Originario di Roma, classe 1938, è stato anche professore presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Scopriamo insieme cosa ci ha raccontato Gaetano Castelli e cosa dobbiamo aspettarci da questo Sanremo 2021.

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Sanremo 2021, intervista a Gaetano Castelli

Signor Castelli, com’è nata la sua passione per la scenografia? Lei da giovane voleva studiare arte, ma suo padre invece voleva che studiasse ragioneria.

Esatto, esatto. Purtroppo mi hanno costretto a fare un anno di ragioneria: mi sono fatto mettere tutti numeri negativi. Di nascosto da mio padre, con la complicità di mia madre, ho fatto gli esami di ammissione al liceo artistico e li ho superati. Da allora mio padre è stato costretto ad accettare la mia scelta. Sono andato molto bene perché era quello che volevo, ho avuto la fortuna di avere i più grandi maestri. Poi sono diventato loro collega. All’università mi sono iscritto ad Architettura, ma ho scelto poi Scenografia: è un po’ la fabbrica dei sogni, il nostro lavoro è quello di far sognare la gente.

C’è mai stato un progetto che aveva immaginato ma non è riuscito a realizzare a causa di problemi “tecnici”?

No, devo dire di no. Perché quando ho qualcosa in mente già lo vedo tridimensionale. Il computer, oggi, rende tutto più facile. Anche mia figlia lavora con me, facciamo strade separate ma con Sanremo ci riuniamo. A Sanremo in modo particolare mettiamo le ottiche delle telecamere e quando vede il regista può dire questo “va bene” e lo facciamo entrare già come ripresa, quando arriva all’Ariston ha visto già quali sono i particolari.

Le ha curato moltissimi programmi, com’è cambiata la televisione?

C’era tutto uno studio particolare, la voce era unica quella del regista. Oggi i tempi stanno un po’ cambiando.

Lei è direttore artistico del Moulin Rouge, ci racconti qualche dettaglio

In questo periodo Covid abbiamo bloccato tutto. Debbo ricreare un Moulin Rouge più grande, attualmente contiene ottocento posti, novecento posti, io ne voglio aggiungere tre, quattrocento. Nel mondo vogliono la nostra scenografia. Per me lo scenografo fa tutto, teatro, televisione, cinema. Ho avuto e ho la fortuna di avere tra i miei amici più cari i numeri uno della scenografia. Noi esportiamo nel mondo quella che è la nostra cultura e tradizione, cosa che in televisione si sta un po’ perdendo. Mi considero un po’ un sarto, faccio la scenografia in base innanzitutto al personaggio.

Gaetano Castelli e Pippo Baudo
Gaetano Castelli insieme a Pippo Baudo (fonte getty)

Per Sanremo 2021 che scenografia dobbiamo aspettarci?

Questo Sanremo avrà delle sorprese, ma sarà una scenografia molto dinamica.

Dove trova l’ispirazione ogni volta?

Quest’anno quando è scattato il lockdwan sotto le vacanze di Natale ho chiamato mia figlia e miei collaboratori ho detto: “Non so sa farò il prossimo Sanremo, ma vorrei cominciare a pensarci anche se ufficialmente nessuno me l’ha ancora detto”. Eravamo fermi a causa del Covid. La prima difficoltà era pensare una cosa che fosse completamente opposta al progetto già andato in onda. Mettevo la matita sul foglio e mi tornava sempre la curva. Piano piano ho iniziato a giocare sulla prospettiva. Poi mi hanno telefonato: “Guarda allora preparati che farai Sanremo“. Credo di conoscere bene l’Ariston, ne ho fatti diciannove. Dico sempre scherzando che ne vorrei fare venti così mi danno la “coppa del nonno”.

Com’è il suo rapporto con i giovani che vogliono seguire la sua stessa strada?

Innanzitutto bisogna essere affamati di tutto. Lo dicevo ai miei ragazzi. Quando andate in giro, guardate, perché anche un pezzo di carta a terra piegato, se lo provate ad aprire, le linee vi possono suggerire già una parete. Ai miei tempi non c’era internet. Andavo ad una biblioteca americana, mi ero fatto una tesserina perché era l’unica che aveva i libri d’arte e architettura dei più grandi architetti americani. Li portavo a casa studiavo e riconsegnavo i libri. Oggi con il computer si può far tutto, è un bene e un male, è molto importante ma non deve mai sostituire la mano. Esperienza, aggiornamento e professionalità, credo sono queste la chiave di volta.

Un’anteprima per questo Sanremo 2021: cosa dobbiamo aspettarci di vedere sul palco?

Allora innanzitutto non tutto il male viene per nuocere. Per me il fatto che non ci sia il pubblico in platea alla fine sarà un bene, vedrà. È meglio vedere i contenuti. Ho dovuto avanzare l’orchestra per ragioni di sicurezza quindi sarà un grandissimo colpo d’occhio. Le dico una novità: ci saranno tre scale, di cui una centrale che farà avanti e indietro. Questo permetterà di creare delle esibizioni anche coreografiche, diventano un elemento importante per creare delle diagonali.

Intervista a cura di Angelica Gagliardi

 

 

 

 

 

 

 

 

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