Coronavirus: scoperto nuovo effetto collaterale del vaccino Moderna

Coronavirus: attenzione al nuovo effetto collaterale del vaccino Moderna. Come e quando si manifesta. Ecco cosa c’è da sapere a riguardo.

vaccino Moderna
Nuovo effetto collaterale del vaccino Moderna

Il vaccino anti Covid Moderna ha registrato l’insorgere di un nuovo effetto collaterale dopo la somministrazione della prima dose. In qualche caso anche dopo la seconda. Il fenomeno è stato riscontrato dai ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston su 12 persone. Vediamo subito come e quando si manifesta questo nuovo effetto collaterale e in quali casi.

Come e quando si manifesta l’effetto collaterale del vaccino Moderna

Dopo la somministrazione del vaccino anti Covid di Moderna, alcuni ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston hanno riscontrato l’insorgenza di un nuovo effetto collaterale. La reazione al farmaco consisterebbe in una forma di eruzione cutanea ritardata piuttosto ampia, apparsa nel sito dell’iniezione. Tale effetto collaterale è emerso nel caso di 12 pazienti ad una distanza di tempo compresa tra i 4 e gli 11 giorni dal vaccino, con esordio intorno all’ottavo giorno. I ricercatori, in una lettera al New England Journal of Medicine, hanno reso noto che “le reazioni si sono manifestate tutte vicino al sito dell’iniezione, dopo la competa risoluzione dei sintomi locali associati alla vaccinazione”. Nello specifico, le eruzioni cutanee si sono manifestate nella maggior parte dei casi sotto forma di placche di diametro superiore ai 10 centimetri. Successivamente esse sono state trattate con ghiaccio e antistaminici.

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Quali sono le cause

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Perché si manifestano le reazioni cutanee

Stando a quanto spiegato dai ricercatori, le reazioni cutanee dei 12 soggetti altro non sarebbero se non una risposta immunitaria allergica ritardata. “Crediamo sia una reazione legata al sistema immunitario che sta funzionando”. Queste eruzioni non dovrebbero, quindi, indicare alcuna controindicazione a ricevere il vaccino Moderna. I 12 pazienti in cui è stato osservato il fenomeno hanno, infatti, completato il loro ciclo di somministrazioni e metà di essi non hanno nemmeno manifestato una recidiva. L’obiettivo della comunicazione dei ricercatori statunitensi sarebbe principalmente quello di informare tutti i medici e gli operatori sanitari di questa possibile reazione, in modo tale da non allarmare i pazienti i quali potranno ricevere, così, i consigli medici in maniera precisa e tempestiva nel caso insorgano tali effetti collaterali dopo il vaccino.

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