Shining, libro Stephen King: una brutta lite

Shining è un film di Stanley Kubrick, alla base c’è il libro scritto da Stephen King che ha portato proprio i due artisti con la K a pesanti liti.

Shining, libro Stephen King
Shining, libro Stephen King (Getty Images)

Come spesso accade i libri del maestro del terrore sono sbarcati al cinema, ma il caso legato a questo è davvero singolare. Può un film superare un libro? Sì, questo è il caso che lo dimostra. King però, all’epoca dell’uscita del film, si arrabbiò molto per le licenze prese dal collega, tanto da disconoscere quella pellicola che avrebbe superato in fama la sua opera. Da quel momento sono stati tantissimi i dibattiti che hanno portato a due schieramenti e alla vittoria netta proprio di Stanley su Stephen.

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Shining, il libro di Stephen King e il caso

Stanley Kubrick
Stanley Kubrick (Getty Images)

Il libro di Stephen King, Shining, è diventato un vero e proprio caso dopo l’uscita del film. Lo scrittore criticò soprattutto il fatto che alla base del film ci fosse un personaggio stravolto. Jack Torrance nel libro, secondo King, era più stratificato e non immediatamente fuori di testa come nel romanzo. Le differenze sono ben evidenti, ma c’è da dire che sono diverse le cose viste nel tempo e in grado di creare nel pubblico uno stato d’ansia tutto particolare.

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Addirittura Stephen King arrivò ad arrabbiarsi sempre di più per giungere alla decisione di tirarsi indietro e dare la commissione a Mick Garris di girare un nuovo film. L’obiettivo è quello di evitare sempre e comunque di esagerare e alzare i toni, ma c’è da dire che la miniserie tv diretta da quest’ultimo sicuramente è stata molto deludente e rispetto al film di Stanley Kubrick non ha nemmeno la possibilità di paragone.

Ma perchè?

La questione del libro di Stephen King Shining e il film di Stanley Kubrick omonimo apre una fessura. C’è da dire infatti che sono confronti piuttosto senza senso. Questo perché si tratta di due opere straordinarie e totalmente diverse. Chi fa un film tratto da un libro non lo fa per rispecchiare le volontà dello scrittore ma esprime le sue idee. Quindi perché non goderceli entrambi?

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