Sushi, ecco quando rischiate di morire: quando è così non mangiatelo

Sushi e pesce crudo sono entrati da tempo nella nostra dieta quotidiana. Quando si parla di alimenti crudi occorre sempre tenere le antenne dritte, perché è possibile incorrere in qualcuno dei loro effetti collaterali non molto piacevoli. Vediamo quali possono essere e, soprattutto, come evitarli.

La globalizzazione produce infiniti effetti, praticamente in tutti i campi. E la cucina non può certo rimanere indenne dal flusso di novità culinarie provenienti da mondi che soltanto qualche decennio fa ritenevamo irraggiungibili. Sulle riviste di cucina ed in televisione abbiamo osservato piatti che tanti di noi, in ossequio alla dieta mediterranea, abbiamo giudicato spesso come immangiabili.

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Sushi- Altranotizia (Fonte: Google)

Ed invece…Il cambiamento globale ha modificato quasi tutto ciò che riguarda la nostra quotidianità. Ha corretto, facendoci spesso conoscere nuove realtà, i nostri giudizi ed anche a tavola abbiamo imparato a prendere confidenza, e ad apprezzare, piatti tipici di paesi lontanissimi. Infatti se si parla, ad esempio, di suchi e di pesce crudo, praticamente tutti diranno di averlo assaggiato e magari qualcuno però avrà anche conosciuto i loro aspetti meno piacevoli. Quali?

Sushi e pesce crudo, piacere e rischi da evitare

Iniziamo subito col dire che qualsiasi ingrediente di origine animale nel momento in cui non viene cotto può rappresentare una minaccia per la nostra salute. La cucina tradizionale giapponese ci ha fatto conoscere in questi anni due suoi piatti tipici: Il sushi ed il sashimi. La loro peculiarità consiste nell’essere due alimenti a base di pesce crudo.

Allora sono piatti pericolosi? Sono pericolosi quanto le uova crude che di solito vengono utilizzate per preparare degli squisiti tiramisù. Ma all’interno del pesce crudo, si annida un parassita, l’anisakis, presente in molti pesci quali tonno, pesce spada, sgombro, che però può diventare pericoloso. Quando si mangiano pesci che al loro interno contengono larve di questi parassiti, può insorgere un’infezione parassitaria a livello gastrointestinale, denominata appunto anisakidosi.

I sintomi che l’anisakidosi produce sono: dolori addominali, vomito, diarrea, sangue nelle feci e nausea. L’intossicazione da pesce crudo invece viene denominata sindrome sgombroide, i cui sintomi sono pressoché identici a quelli dell’allergia alimentare, ovvero cefalea, dolori addominali, vomito, diarrea. Come evitare tutto ciò?

Rispetto delle norme igieniche

Per evitare di incorrere in spiacevoli conseguenze dopo una serata passata a degustare i piatti tipici della cucina giapponese, è necessario che il locale prescelto rispetti tutte le norme igieniche e abbia attuato quello che viene chiamato solitamente come l‘abbattimento del pesce. Ma di cosa si tratta?

L’abbattimento del pesce è un processo fondamentale per la sicurezza di coloro che poi lo andranno a mangiare, poiché consiste nell’eliminazione dei parassiti che potrebbero essere presenti nell’animale, il più pericoloso dei quali è proprio l’anisakis. Rispettate queste norme fondamentali, sarete sicuri di gustare in sicurezza il vostro sushi e pesce crudo. Quindi, buon appetito!

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(Fonte: Google)
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