E’ morto Donato Bilancia, in carcere per scontare 13 ergastoli: chi era

Donato Bilancia è morto: in molti lo ricordano come il serial killer della Liguria. Ecco chi era davvero l’uomo che doveva scontare 13 ergastoli

Donato Bilancia
Chi era Donato Bilancia: il serial killer della Liguria

E’ morto a causa del Covid, Donato Bilancia, il serial Killer della Liguria. Aveva 69 anni e si trovava in carcere, al ‘Due Palazzi’ di Padova, per scontare i suoi 13 ergastoli. Pena inflitta per aver commesso 17 omicidi in un periodo compreso tra il 1997 ed il 1998. Ma non solo. Oltre agli ergastoli, Donato Bilancia era in stato di detenzione anche per il tentato omicidio di Lorena Castro.

Chi era il serial killer della Liguria

Era detto anche ‘Il serial killer delle prostitute’. E’ nato nel 1951 e, come detto, sulle sue spalle gravavano ben 13 ergastoli. Non avrebbe mai riacquisito la libertà, in poche parole. Era in carcere per scontare la sua pena, ma, stando a quanto viene riportato, si è ammalato di Covid 19 ed ha perso la vita.

E’ nato a Potenza. Suo padre, Rocco, era un dipendente pubblico, mentre sua madre Anna Mazzaturo era casalinga. Stando ai racconti, non si parlava molto in casa sua. Aveva un fratello, ma con tutta la sua famiglia non è mai andato d’accordo. A 15 anni iniziò coi primi reati, si legge sul web, che erano dei furti. Da Potenza si trasferì con la famiglia prima ad Asti, poi a Capaccio ed infine a Genova. Nel 1976 fu incarcerato ma riuscì ad evadere. Era in prigione per rapina. Aveva anche il vizio del gioco d’azzardo e frequentava diverse bische clandestine.

Un terribile episodio nella sua vita: il suicidio di suo fratello Michele che si gettò sui binari di un treno con in braccio suo figlio di 4 anni. Quello fu l’episodio che contribuì ad offuscargli ancor più la mente facendogli perdere la ragione.

Gli omicidi

Donato Bilancia ha commesso diversi omicidi. Le sue prime vittime erano dei biscazzieri ai quali sottraeva anche ingenti somme di denaro. Poi, passò ad uccidere diverse prostitute a Genova, sempre con l’uso della pistola e a sangue freddo. Poi, cambiò modalità: passò agli omicidi sui treni. Una volta, sfondò la porta del bagno del treno La Spezia-Venezia e sparò a Elisabetta Zoppetti, togliendole la vita.

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